“Abuso infantile: conseguenze e trattamenti in età adulta” è stato questo il tema centrale dell’incontro organizzato giovedì 13 dicembre 2018, nell’aula Villermosa dell’Ospedale Santa Marta di Catania, dall’associazione provinciale AIDM.
L’evento è stato curato come responsabili scientifici dalle Dott.sse Tina Cassibba e Claudia Pricoco ,coadiuvate da un apposito comitato, costituito dalle colleghe Linda Musumeci, Maria Grazia Cannarozzo, Caterina Gagliano ,Maria Clorinda Mazzarino e Maria Tarascone .
Dopo la registrazione dei partecipanti e i saluti della Presidente, dott.ssa Claudia Pricoco, sono iniziati i lavori della manifestazione, accreditata per medici di tutte le specialità, per psicologi ed assistenti sanitari.
La seduta si è aperta con la lettura di un brano, con voce fuori campo, magistralmente offerta dalla vice presidente AIDM, Dott.ssa Linda Musumeci, che ha suscitato viva commozione nell’attento uditorio, come testimoniato dai calorosi e scroscianti applausi che sono seguiti .
La prof.ssa Maria Signorelli, psichiatra e ricercatrice presso l’Università di Catania, ha svolto, con estrema chiarezza e metodologia scientifica, la sua relazione sulla violenza domestica, sottolineandone gli aspetti che investono il genere femminile, sia in età infantile che in quella adulta, riportando dati personali pubblicati su riviste internazionali.
La dott.ssa Donatella Cocuzza, responsabile del servizio di Neuropsichiatria infantile del Policlinico di Catania, ha riferito, con estrema efficacia comunicativa, della violenza sui minori e degli effetti psicopatologici che si osservano a breve e a lungo termine; le correlazioni tra abuso infantile e comportamenti deviati in età adulta sono infatti oggi fortemente evidenziabili e purtroppo, con elevata frequenza, rilevabili.
La dott.ssa Strano, direttore del servizio di Neuropsichiatria infantile dell’Asp di Catania, ha riportato con notevole incisività la propria esperienza quotidiana, raccolta durante il suo lungo periodo svolto nel servizio ambulatoriale, in collaborazione con magistrati e avvocati, rivelando una profonda conoscenza dei complessi problemi che caratterizzano la violenza sui minori.
Particolarmente brillante l’intervento dello psicologo dott. Sergio Amico che nel suo intervento, arricchito da una attenta ed efficace iconografia, ha definito il concetto di traumi con relative conseguenze e rimedi psicologici. Egli ha sottolineato come la vita è un processo evolutivo che si esplica attraverso il confronto con le diverse difficoltà; gli eventi avversi, se troppo intensi in età infantile, producono traumi psichici nell’adulto e si perpetuano in disagi nel sistema nervoso autonomo che interferiscono gravemente sui processi di autoregolazione.
E’ seguita la intrigante relazione dello psichiatra e psicoterapeuta dott. Gaetano Sisalli, profondo conoscitore delle tecniche psico-analitiche, che ha sottolineato le difficoltà che caratterizzano oggi l’approccio terapeutico, in età adulta, dei pazienti che hanno subìto violenza in età infantile e/o adolescenziale. Particolarmente emozionante il caso clinico da lui riferito di una giovane, abusata in età infantile, che da fidanzata ha rivelato notevoli problemi nell’ambito dell’approccio sessuale; con molta onestà intellettuale, il relatore ha ricordato come non sempre le terapie, farmacologica e/o psicologica, riescono ad ottenere i risultati sperati.
La biologa, dott.ssa Xena Pappalardo ha riferito delle ultime novità, in campo genetico ed epigenetico, sui disturbi causati da fenomeni di abuso sui minori. Introducendo i concetti fondamentali dell’epigenetica come risposta individuale del nostro DNA a micro- e macro- ambiente, la relatrice ha sottolineato come la genetica propone, mentre l’epigenetica dispone. Inoltre ha riportato i dati sperimentali ottenuti dal suo gruppo di lavoro in diversi pazienti abusati e ha sottolineato il ruolo e l’importanza oggi del profilo molecolare dei traumi psichici, ai fini prognostici e terapeutici.
La lunga mattinata si è infine conclusa con l’intervento commovente della prof.ssa Grazia Cosentino, impegnata quotidianamente in una scuola di frontiera di un quartiere disagiato della città. L’insegnante ha riferito della sua esperienza in una realtà multi-etnica ed ha sottolineato che soltanto grazie all’aiuto di un team di docenti, assistenti sociali e volontari, i ragazzi che hanno subìto violenze riescono a superare i propri disagi, raggiungendo traguardi insperati.